Una immagine in bitmap... Che cosa si intende con questa espressione? Sempre di più la tecnologia digitale collegata alla grafica è uno strumento importante per la crescita delle imprese ed è bene conoscere i termini più utilizzati.
Grafica digitale: uno strumento importante
Sia che siate datori di lavoro che dipendenti, saper gestire e interfacciarsi con grafici e creativi è importante per una comunicazione chiara. In gioco c'è l'immagine della vostra impresa, quindi, collaborare in maniera ottimale, non è un aspetto secondario.
Quante volte avete discusso con un grafico perché i file non sono stati presentati in maniera corretta? Foto, infografiche e loghi in bassa risoluzione... Immagini in formato errato... Se vi siete mai imbarcati nello sviluppo marketing della vostra attività può darsi che sia un problema capitato di frequente.
Quindi: come destreggiarsi in questo frangente?
Come nasce il formato Bitmap?
Iniziamo a scoprire cosa si intende per file bitmap: la prima tipologia di immagini in digitale. Il termine Bitmap significa letteralmente mappa dei bit: l'immagine è costituita da un flusso di informazioni (i bit) che viene interpretato dal software.
Le immagini di questo tipo (chiamate anche raster) sono costituite da una griglia rettangolare di elementi chiamati pixels. Questi pixels sono come tessere di un mosaico che possono essere programmate indipendentemente per assumere un determinato valore cromatico. Tutti i pixel nel loro insieme formano un display che va a costituire l'immagine finale.
La risoluzione e profondità dell'immagine
Le immagini in bitmap sono vincolate alla risoluzione: ogni file è costituito da un numero finito di pixels e questa unità di misura (espressa in PPI - Pixel Per Inch oppure in DPI - Dot Per Inch) determina la densità di questi elementi.
La profondità, invece, individua quantità di bit utilizzati per memorizzare i colori mappati nelle informazioni del file; la profondità si misura BPP (Bit Per Pixel) e più è alta più saranno i colori a nostra disposizione.
Va da sé che maggiori sono risoluzione e profondità dell'immagine, migliore è la sua qualità e più alto il suo peso.
Le estensioni più comuni delle immagini Bitmap
Quelle in bitmap sono, ad oggi, il metodo più diffuso (anche se non l'unico) per riprodurre immagini su web o per la stampa su carta. Esistono differenti tipologie di formato per questa tipologia. I formati sono il modo in cui le informazioni vengono immagazzinate attraverso algoritmi complessi e, banalmente, possiamo individuarli tramite l'estensione del nostro file e sono divisi in tre gruppi principali:
- Non compressi: questi sono i file che possono essere generati, ad esempio, dalle macchine fotografiche digitali, non hanno compressione per non pregiudicare la qualità dell'immagine e sono .RAW o .BMP
- Compressione lossless: questa compressione mantiene inalterate alcune caratteristiche dell'immagine (come le trasparenze); le estensioni di questi file sono .PNG, .TGA, .TIFF, .GIF (256 colori)
- Compressione lossy: è la tipologia di compressione maggiore, le immagini di questo tipo sono poco adatte a essere elaborate nel fotoritocco o nella progettazione grafica professionale, ma adattissime ad essere inviate o pubblicate su rete.
Vantaggi e svantaggi di questo formato
Una immagine in bitmap è in grado di rappresentare efficacemente anche le più lievi gradazioni di tonalità o di colore, per questo è un formato adatto per le immagini fotografiche. Il problema è costituito dal peso di un file di questo tipo.
Se però iniziamo a ridurre la risoluzione, diminuendo i pixel, ci troveremo di fronte, nel momento in cui effettuiamo un ingrandimento o una stampa su grande formato, a immagini sfocate o scalettate.
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